Vi piacciono le poesie, i versetti a tema, i componimenti rimati? Vi piace che qualcuno vi dedichi un testo ideato per voi? Quando ascoltate le canzoni, apprezzate che le parole abbiano assonanza? L’arte dello scrivere è virtuoso e richiede, come nella moda, una conoscenza dei termini e delle loro corrispondenze che renda le frasi armoniose. Ma non è difficile; non serve essere Dante per esprimere un pensiero con un ritmo piacevole. Infatti, oggi vi vogliamo parlare dello haiku, una tecnica di composizione giapponese antica e di successo facile da replicare e utile per ogni occasione. In cosa consiste?
Che cosa è esattamente lo haiku?
Lo haiku (俳句 [häikɯ]) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo. La struttura è molto semplice: sono parole legate tra loro senza rima, in tre righe che rispettano lo schema 5-7-5: le parole della prima hanno in totale cinque more, quelle della seconda sette more e quelle della terza di nuovo cinque more.
Origini dello haiku
Inizialmente era indicato con il termine hokku (発句 lett. “strofa d’esordio“), ma il suo nome attuale risale allo scrittore giapponese Masaoka Shiki (1867-1902), il quale coniò il termine verso la fine del XIX secolo, quale forma contratta dell’espressione haikai no ku (俳諧の句, letteralmente “verso di un poema a carattere scherzoso“).
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Lo sviluppo dello Haiku
Il genere haiku, nonostante già noto e diffuso in Giappone, conobbe un fondamentale sviluppo tematico e formale nel periodo Edo (1603-1868), quando numerosi poeti tra cui Matsuo Bashō, Kobayashi Issa, Yosa Buson e, successivamente, lo stesso Masaoka Shiki utilizzarono prevalentemente questo genere letterario per descrivere la natura e gli accadimenti umani direttamente collegati ad essa.
Lo haiku in inglese e in altre lingue ha stili e tradizioni diversi, ma incorpora ancora alcuni aspetti della forma tradizionale. Alcuni poeti non giapponesi che hanno scritto haiku sono Ezra Pound, Jorge Luis Borges, Jack Kerouac e Richard Wright.
I temi principali dello haiku
Lo haiku esprime un’osservazione o un’emozione legata alla natura o alla vita quotidiana, usando parole semplici e concrete. I temi più comuni che utilizza questa composizione sono quelli che riguardano la natura e le sue manifestazioni, come le stagioni, i fenomeni atmosferici, gli animali, le piante e i fiori. Include spesso un riferimento stagionale (kigo), che indica il contesto temporale in cui si svolge la scena poetica.
Altri temi frequenti dello haiku sono quelli che riguardano gli aspetti della vita umana, come le emozioni, i sentimenti, le relazioni, le esperienze e le riflessioni. Di fatto, questa poesia particolare cerca di cogliere un momento significativo o sorprendente della realtà, usando una parola di taglio (kireji), che crea una contrapposizione o una svolta tra le due parti dello haiku.
Gli stati d’animo dei poeti di haiku
I poeti di haiku si ispirano anche a vari stati d’animo, che sono influenzati dalla filosofia zen e dalla cultura giapponese. Alcuni degli stati d’animo più tipici dello haiku sono:
- Sabi: la bellezza della solitudine e della calma, ma senza un sentimento di tristezza;
- Wabi: la bellezza della semplicità e della povertà, ma senza un senso di privazione;
- Yugen: il mistero e la profondità della realtà, che non può essere espresso a parole;
- Mono no aware: la nostalgia e la malinconia per le cose effimere e transitorie;
- Karumi: la leggerezza e la grazia, ma senza superficialità o frivolezza.
E ora, cosa dite? Ve la sentite anche voi di provare a scrivere un pensiero in haiku?