Prosciutto crudo vs prosciutto cotto, quale scegliere?

Vi piace il prosciutto? Quale preferite? Quello cotto o quello crudo? Avete acquistato mai un prosciutto intero per una festa o un evento particolare? Il prosciutto cotto intero, tagliato a fette sul momento, è considerato un antipasto prelibato ed apprezzato dai non vegani, che lo mangiano volentieri su una fetta di pane, condito con una grattatina di Kren (una radice che assomiglia il rafano), sulla pizza, in panino o anche da solo. Anche il crudo tagliato a mano è molto apprezzato e ricercato.

Di fatto, il prosciutto è un alimento molto consumato in Italia, ma anche in altre parti del mondo. Tuttavia, non tutti i prosciutti sono uguali: ci sono differenze nella preparazione, nella composizione e negli effetti sulla salute tra il prosciutto crudo e il prosciutto cotto e le loro diverse varianti.

La differenza base tra il prosciutto crudo e quello cotto

Il prosciutto è la coscia o la spalla del maiale ed è il più pezzo di carne più nobile del suino. Un singolo prosciutto può pesare più di 8 kg e dare da mangiare a più di 20 persone; il prosciutto crudo è realizzato con carne suina cruda e salata, che viene poi essiccata e stagionata. Il prosciutto cotto, invece, è cotto a vapore o bollito prima di essere affettato. Questa differenza nella lavorazione influisce sul profilo nutrizionale dei due tipi di prosciutto.

I valori nutrizionali, più bassi quelli del prosciutto cotto

Prosciutto crudo, più salato e calorico

Il prosciutto crudo è generalmente più grasso e calorico del prosciutto cotto (235 calorie e 12,3 g di grassi per 100 g rispetto alle 125 calorie e 4,3 g di grassi). E’ anche molto più salato (5 g per 100 g contro 1,8 g in media per il prosciutto cotto). Tuttavia, il primo è anche una fonte di proteine e contiene vitamina B12, ferro e zinco.

Il prosciutto cotto contiene spesso conservanti e additivi

Il prosciutto cotto contiene meno grassi e calorie, rispetto al prosciutto crudo, e ha un contenuto di sodio inferiore. Tuttavia, è spesso preparato con conservanti e additivi, che possono essere dannosi per la salute, se consumati in grandi quantità.

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I rischi per la salute di entrambi i prodotti

Entrambi i tipi di prosciutto possono avere dei rischi per la salute se non consumati con moderazione. Di fatto, entrambi i prodotti contengono dei nitriti, ad eccezione del prosciutto di Parma, il cui statuto lo proibisce. Dovreste, pertanto, verificarne il contenuto sulla confezione, perché un consumo eccessivo potrebbe favorire l’insorgere di alcune malattie gravi.

Di fatto, il prosciutto crudo può contenere batteri nocivi come Listeria monocytogenes e Salmonella, che possono causare malattie come la listeriosi e la salmonellosi. Inoltre, il prosciutto crudo è spesso affumicato, il che può aumentare il rischio di cancro al polmone. Il prosciutto cotto, invece, può contenere nitriti e nitrati, che vengono utilizzati come conservanti e coloranti. Questi composti possono reagire con gli amminoacidi presenti nella carne per formare nitrosammine, potenzialmente cancerogena.

Quale dei due prosciutti e più salutare? Dipende, ma da che?

Quindi, quale tipo di prosciutto è più salutare? Non c’è una risposta definitiva a questa domanda, poiché dipende dalle preferenze personali, dalle condizioni di salute e dalla frequenza di consumo. In generale, possiamo dire che secondo i nutrizionisti, si dovrebbe scegliere il prosciutto con meno grassi visibili e di limitare la porzione a 50 grammi una volta a settimana. Inoltre, volendo consumare salumi, l’alimentazione dovrebbe includere altre fonti di proteine magre, come il pollo o il tacchino affumicati o arrostiti

Le donne in gravidanza possono mangiare prosciutto di Parma

Infine, le donne in gravidanza non dovrebbero consumare prosciutto crudo, per prevenire il rischio di contaminazione da parte di microrganismi pericolosi (toxoplasmosi). Tuttavia, anche in questo caso il prosciutto di Parma non ha controindicazioni perché il sale, la disidratazione e la lunga stagionatura (almeno 12 mesi) assicurano la morte dell’agente toxoplasmosico. Anche il prosciutto di San Daniele del Friuli, ottenuto con una stagionatura di almeno 13 mesi, è sicuro.

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